Eloda Rossi blog

Nuovi materiali per rivestimenti

I materiali per rivestimenti di nuova generazione non si discostano molto da quelli per le pavimentazioni (Rif. Articolo Nuovi Materiali per pavimentazioni).

A scanso di ogni equivoco, voglio chiarire che quando parlo di nuovi materiali mi riferisco esclusivamente a quelli che posseggono innovazione sia di risultato che di processo. A titolo esemplificativo, intendo dire che le innovazioni introdotte nel processo produttivo delle ceramiche per piastrellature, mirate al miglioramento di proprietà intrinseche del prodotto (qualità, durevolezza, eccetera), il cui risultato visivo non si discosta considerevolmente da quello tradizionale (o addirittura mira alla simulazione di altri materiali come il cotto, il parquet, il marmo), non sono qui considerate. L’innovazione, quella vera, dal mio punto di vista è massificante. D’altro canto e per un architetto, il risultato visivo – vale a dire l’estetica – non può essere relegata né alla finzione, né alla ripetizione.

Anche per i rivestimenti, ciò su cui voglio soffermarmi è l’impiego delle resine, del microcemento e – ancora timidamente – della ceramica liquida.

L’impiego della resina, utilizzata da maggior tempo rispetto ai microcementi, richiede alcune attenzioni. Difatti, benché sia un prodotto molto interessante, è spesso abusato in modo piuttosto pacchiano. Sarà capitato a tutti di vedere negozi, uffici, ambienti domestici dove la resina sprigiona irrazionali risultati estetici. Andrebbe, io credo, messo un po’ d’ordine, evitando eccessive stranezze la cui percezione finale riconduce al chiasso e non al fascino. Anche per le resine, particolarmente interessanti sono gli ambienti interamente rivestiti: in questo caso si parla esclusivamente di bagni e cucine, data la proprietà di schermo alla traspirazione del prodotto, qualità pericolosa per altre ambientazioni. E va ricordato che anche lavelli, vasche da bagno, vani doccia possono essere trattati in egual misura.

Trovo che un vano completamente rivestito in microcemento, inclusa la pavimentazione, possegga grande fascino. Naturalmente mi riferisco ad ambienti che vanno studiati da un architetto o da un designer, ai quali conferire una certa dose di innovazione progettuale. Interessante è l’utilizzo del microcemento abbinato ai cristalli per partizioni interne e per altri accorgimenti, evitando di appesantire gli ambienti con eccessivi oggetti di arredamento. Suggerirei esclusivamente (ed eventualmente) qualche pezzo di design. Per queste scelte, sono privilegiate le stanze da bagno e le cucine, ma anche altri locali di tendenza inseriti in contesti adeguati. Il microcemento è più intenso e affascinante se non alterato nel colore oppure, in alcuni casi, addizionato di coloranti tendenti al tortora. Anche rivestire vasche da bagno, lavelli, vani doccia è possibile, purché si adottino corretti accorgimenti per la finitura protettiva.

Propongo di esaminare un’immagine sul sito che si trova al link http://todosobreelmicrocemento.blogspot.it,. Mostra un ambiente moderno trattato con microcemento sia nella pavimentazione che nei rivestimenti. Trovo che sia incantevole.

Una nota interessante riguarda l’utilizzo della ceramica liquida per i rivestimenti. Qui si cede inevitabilmente al campo dell’arte pittorica e di quella scultorea, visto che il prodotto è il medesimo (da distinguere da quello per pavimentazioni). Vale a dire che l’idea di rivestire interamente un vano – o una parete – di ceramica liquida è ancora improponibile. Ne risulterebbero, in breve tempo, fratture capillari occasionali e molteplici. Quello che è possibile fare, invece, è decorare le pareti per parti limitate e proteggere l’insieme con finiture resinoso/vitree. Soltanto artisti veri saprebbero ottenere risultati soddisfacenti. Attenzione, dunque, alle improvvisazioni. Il rischio è elevato.

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