Elodia Rossi

N. 9 – CITYMOTOR

Questo articolo conclusivo sull’esperienza progettuale di CITYMOTOR è importante per rappresentare, seppur sinteticamente, le dinamiche che hanno guidato il percorso e le aspettative per il futuro.

Difatti questa esperienza è stata complessa e certamente l’illustrazione che ne ho fatto nei precedenti otto articoli non è esaustiva, perfino al di là della semplificazione delle rappresentazioni grafiche (dovuta alla scala di adattamento). L’articolazione delle componenti in gioco, sia di carattere relazionale che progettuale, ha richiamato tempo e attenzione. La mitigazione delle esigenze di pianificazione con le incoerenti restrizioni delle pubbliche amministrazioni coinvolte (fattore che ho semplicemente accennato, anche se meriterebbe maggiore spazio), ha portato alla rivisitazione progettuale più volte. Nonostante tutto, il risultato mi soddisfa.

Non è un caso che i vincoli imposti, generalmente astrusi dalla realtà, mi hanno portata a rivedere la distribuzione dell’area, ma non l’articolazione delle forme architettoniche. Né, in tema di variazione dell’impianto urbanistico, ho ceduto all’alterazione del sistema naturale, nella precisa intenzione di rispettare l’ambiente preesistente, le sue espressività indigene, le sue prerogative mediterranee. Trovo spesso incoerente l’idea secondo cui l’espianto di un albero debba essere equiparato all’impianto di uno nuovo, magari di differente essenza. Anche per questo, l’impatto è minimo.

In tema di vincoli imposti, oltre quanto ho già accennato sull’inesistente corso d’acqua, vale la pena citare l’incredibile decisione pubblica di pretendere la cessione di una macroscopica quota di ricavi, sottraendola di fatto al sistema di parcheggi necessari al diretto soddisfacimento dei flussi di visitatori o traducendola in opere pubbliche da edificare (considerate, a dir loro, compensative), così confermando la diffusa difficoltà di un Paese nel saper identificare il bene comune nello sviluppo territoriale. È evidente che, trattandosi di un intervento soggetto a pratiche di investimento privato, questo avrebbe portato a maggiori difficoltà nelle trattative. Ed è evidente che tale richiesta è stata fortemente contrastata dal Presidente Cocomello e da me, in seno alle molte riunioni che sono state effettuate.

Ci si sarebbe aspettati, al contrario, una forma di intelligente compartecipazione, in termini sostegno alla comunicazione e di potenziamento delle infrastrutture di collegamento primario con l’area. Cose di cui avrebbe gran bisogno anche l’Autodromo esistente. Ma, invertendo una produttiva intuizione del passato, si potrebbe affermare: vi diamo la città e ci darete le infrastrutture.

Diverse ragioni, sia legate alle scelte modulari (perfino scatolari) della gran parte delle architetture interne all’area, sia derivate dalla esigua alterazione del sistema naturale, sia relazionate alla meticolosa scelta dei materiali da costruzione (non impattanti, a costo contenuto e di snella messa in opera), hanno portato indubbi vantaggi in termini di contrazione dei costi di realizzazione dell’impianto complessivo.

La volontà di rendere l’insieme autonomo dal punto di vista dei consumi, ha mosso gli ingegneri Carlo Cocomello e Maurizio Landolfi (ricordo che si sono occupati di impianti e temi energetici) verso scelte adeguate e perfino di alto rendimento. Si è così configurato, tra l’altro, un sistema in grado di produrre maggiore energia del reale fabbisogno, ovviamente spendibile sul mercato.

L’attuazione del programma generale è stata affidata a percorsi di finanza di progetto. Con questa tipologia di azione sarà possibile raccordare privato e pubblico, inserendo nel sistema complessivo anche il potenziamento delle infrastrutture primarie. Finora sono stati esaminati diversi investitori, attività curata in particolare dalla Copy per il tramite del già citato Presidente. Sebbene l’interesse dimostrato sia da considerarsi premiante, il processo decisionale necessita di maggiore esplorazione. L’analisi costi benefici ha chiarito le potenzialità dell’intervento e, come crediamo, l’utilità di contrarre il numero dei possibili investitori potrebbe sortire effetti migliorativi per le successive fasi gestionali. Sarebbe oltremodo utile se l’investimento generale fosse assorbito da pochi o, addirittura, da un solo soggetto o gruppo.

Mi auguro che questo progetto avrà definitivo successo con la sua realizzazione, a vantaggio di un territorio che, per sue prerogative e potenzialità, meriterebbe di essere conosciuto e correttamente fruito.

N. 6 – CITYMOTOR

Proseguo con la descrizione delle tipologie edilizie interne all’area dell’Outlet della Motoristica.

La Tipologia Commerciale, anch’essa composta da Blocchi ripetitivi di cinque unità – tre unità di piani due poste a intervalli regolari con due unità a un piano, accoglie prevalentemente le funzioni del commercio strettamente legate alla motoristica. Vale a dire produttori e rivenditori di componenti per auto e moto, pezzi di ricambio, vestiario dedicato, eccetera. Insomma, tutti i mezzi e le strumentazioni di supporto alle attività legate ai motori. Tuttavia, per completezza di servizi, questa tipologia accoglie anche limitate funzioni necessarie alla soddisfazione di bisogni alimentari e sanitari (farmacie).

In totale si tratta di sette Blocchi, posizionati lungo il margine destro dell’impianto urbanistico, subito dopo la strada di progetto che circuisce l’intero lotto. Il volume complessivo è di mc 4.384. L’insieme è decisamente ridotto rispetto al complesso dei Blocchi per Rivenditori (Rif. Art. N. 5 – CITYMOTOR), in ragione delle differenti funzioni contenute. I Rivenditori di auto e moto, ovviamente, necessitano di spazi espositivi di dimensioni maggiori.

Sempre pregando di non fare attenzione alla scala di adattamento, riporto piante e prospetti semplificati.

Per identificare la tipologia Commerciale, ho scelto di utilizzare prevalentemente il color petrolio per le facciate a vista, con intervalli diversificati per la sola facciata anteriore. Il color petrolio, per sua natura, caratterizza il settore, mentre la diversificazione in facciata anteriore garantisce la segmentazione visiva dei volumi corrispondenti, ognuno, a un differente venditore.

 

Anche in questo caso, come per l’insieme delle tipologie edilizie interne all’area, ho scelto espressività formali estremamente lineari e relazionate alle precedenti, nella convinzione di voler delegare al paesaggio naturale e ai pochi elementi di supporto (come i colori, le tensostrutture e le pensiline metalliche), l’articolazione dell’insieme.

Questo complesso tipologico riporta, tra l’altro, mc. 4.800 di spazi per pensiline sui lati longitudinali e mc. 2.700 di pensiline di passaggio trasversale tra i singoli Blocchi.

N. 5 – CITYMOTOR

200.256,34 mc su un’area di 27 ha, con accorpamento – ai fini dell’incremento del dato volumetrico – di altri 40 ha limitrofi: è CITYMOTOR, l’Outlet della Motoristica a servizio dell’Autodromo Internazionale di Vallelunga.

Come detto nei precedenti articoli, lo spirito dell’iniziativa mira alla creazione di un complesso organico spazialmente e funzionalmente, incentrato sul tema dell’OUTLET motoristico, che si dispiega in una serie di funzioni tra loro complementari e necessarie a definire uno spazio attrezzato autosufficiente e turisticamente competitivo.

Proseguo con la descrizione delle tipologie edilizie.

Brevemente – solo per sinteticità, data la dimensione degli argomenti da trattare – faccio riferimento ai volumi esistenti nell’area, posizionati pressoché centralmente (fatto salvo un piccolo volume posto lungo il percorso alberato), ai quali ho destinato il ruolo di accoglienza/informazioni, con piccoli spazi per ristoro e attività ludiche. Per questi volumi ho adottato un criterio progettuale di recupero conservativo. L’intenzione è identificare in essi la memoria storica del luogo, conseguibile col rispetto assoluto delle antiche forme e dei preesistenti colori, e garantire un positivo impatto sul patrimonio edilizio esistente. La volumetria complessiva di questi edifici rurali è di mc 8.370,34. Le foto che seguono ne illustrano la tipologia, in linea con le analoghe espressioni architettoniche rurali del posto.

 

Transitando attraverso il maestoso arco metallico e, dunque, superando i due Blocchi d’Ingresso (di cui ho parlato nel precedente articolo), ci si immette nel percorso alberato. Dopo un primo e lungo tragitto rettilineo, si giunge ai corpi edilizi rurali centrali e, ancora oltre, all’area destinata al teatro. L’insieme di questi elementi è racchiuso tra due file di alberi, come a segnare un percorso idealmente indipendente dalle aree in cui la motoristica gioca un ruolo dinamico, per la presenza – tra l’altro – delle diverse piste.

Ai lati esterni del tragitto alberato, a partire da poco oltre l’ingresso, sono posizionati i sette Blocchi per espositori di auto e moto, composti di elementi a un piano ed elementi a due piani sovrapposti, per un totale di mc 15.344,00.

 

Si tratta di Blocchi ripetitivi di cinque unità – tre unità di due piani poste a intervalli regolari con due unità ad un piano. I prospetti sono estremamente lineari, essenziali, nell’intenzione di evitare l’eccessiva segmentazione dei volumi, in considerazione della già importante articolazione d’insieme.
Invece, le scelte di utilizzare colori decisi per le diverse tipologie edilizie – generalmente pregnanti nell’intera area – sono mirate a ricalcare il ruolo dell’Outlet quale sede della motoristica, oltre a identificare ogni tipologia univocamente.

Dunque e in linea generale, le diverse tipologie edilizie (la cui illustrazione continuerà nei prossimi articoli) rispecchiano una considerazione di massima che vede l’opportunità del ripetersi di forme basilari, fatta eccezione per le preesistenze, i corpi d’ingresso e il teatro.  Diversamente, maggiore articolazione è affidata agli elementi di supporto (tensostrutture per gli espositori, pensiline ferree per il commerciale, tenso-pensiline per la ricezione esclusiva). Qualche render chiarisce i concetti.

Sul retro, questa tipologia supporta una pensilina metallica per definire un percorso utile in caso di pioggia.

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