Eloda Rossi blog

N. 3 – CITYMOTOR

Portata e finalità del programma di pianificazione dell’area destinata a CityMotorVallelungaOutlet hanno riguardato un percorso pianificatorio/progettuale estremamente accorto. Qui non si trattava soltanto di organizzare l’area, ma anche di definire le tipologie architettoniche in essa contenute.

Ho imposto a me stessa, lungo il percorso progettuale, alcuni punti fermi utili a definire la concezione architettonica che intendevo promuovere. Una concezione che considero nuova, visto che la mia idea di Villaggio Globale non rappresenta un ammasso di funzioni all’interno di un contenitore più o meno grande. Per spiegare questo concetto attraverso un’efficace contrapposizione faccio riferimento all’esempio denigratorio rappresentato dai Centri Commerciali di stampo americano, come anche dalla gran parte degli Outlet che hanno invaso il nostro Paese (e non solo), sostanzialmente ancorati a una concezione architettonico-formale ripetitiva e, anche per questo, stancante.

Il City Motor, invece, trae spunto dall’ambiente. Sono l’ambiente, il verde, la Natura – preesistenze evidenti nell’area – che hanno stimolato il linguaggio dei segni (ovviamente personale) per definire un habitat indotto che si discosta solo marginalmente dall’habitat naturale. Ecco perché, in questo caso e (in apparenza) contrariamente alla mia visione dell’architettura odierna, ho voluto prediligere alcuni sviluppi orizzontali, limitatamente ad alcune delle funzioni, decisamente immersi nel contesto naturale, solo lievemente percettibili dalla visione d’insieme. L’enorme preesistenza di verde riesce a sostenere la scelta, mitigandone quasi del tutto l’impatto. Anche forme, materiali e colori (come spiegherò in successivi articoli) si ispirano all’habitat del luogo, alla varietà degli aspetti della Natura locale. La mia intenzione è stata quella di non lasciare nulla al caso e procedere con l’immersione delle forme all’interno dello spazio seguendo un preciso istinto: il mescolamento razionale tra artificio e sostanza originaria. In ogni caso e assolutamente in sintonia con la mia idea di sviluppo formale, ho lasciato spazio alla verticalità per gli elementi d ‘ingresso, i contenitori delle funzioni derivate (ossia di quelle a supporto della vocazione dell’area), cercando forme non insidiose nonostante le importanti dimensioni.

Dal punto di vista funzionale, ho scelto di operare in modo che gli spazi progettuali restassero organizzati con logiche di separazione delle funzioni principali, in modo da non sovrapporre disordinatamente le destinazioni d’utilizzo specifiche. Questo mi è servito anche per relazionare specifiche strutture piane (come, ad esempio, le piste e alcuni parcheggi) a ogni corpo di elementi funzionali.

Ora ripropongo la planimetria generale, separata dal contesto, così da illustrare le logiche distributive dell’area e le dimensioni metriche complessive. Rimando a successivi articoli la descrizione metrica di ogni corpo funzionale.

Gli accessi all’area più interna sono unicamente pedonali (fatta eccezione per un previsto servizio di navette dedicato, oltre che per i servizi relativi alle piste e i parcheggi retrostanti destinati a bus e camper), mentre l’intorno dell’area è complessivamente percorribile da automobili e servito da un ampio parcheggio sul fronte, oltre che da segmenti di sosta a spina, posti lungo tutto il percorso.

Una necessaria precisazione: la planimetria di progetto qui riportata rappresenta soltanto la rete della viabilità principale. L’organizzazione della percorribilità interna, piuttosto complessa, non è immediatamente rappresentabile a scale rappresentative di adattamento. Utile sapere che questa accessibilità è costituita da una fitta rete di percorsi, così da permettere il transito nel verde dell’intero spazio urbanizzato.

Alcuni dei corpi edilizi si presentano interni all’area, sostanzialmente posti ai margini del viale alberato centrale. Tra questo viale, appunto, e i corpi di fabbrica, si interpongono due ampie Promenade, utili alla migliore fruizione delle aree espositive. E difatti questi contenitori edilizi sono destinati alle funzioni espositive per le varie case di produzione afferenti al complesso mondo della motoristica.

Accanto al percorso carrabile principale (che, come detto, segue l’intero intorno dell’area), è posto un percorso pedonale della stessa lunghezza, immediatamente addossato al confine del lotto. Dall’altro lato del percorso carrabile – e sempre lungo tutto il confine – vi sono i parcheggi. Quest’organizzazione permette di raggiungere il punto d’interesse più vicino, di lasciare I’automobile, d’immettersi nel percorso pedonale e di introdursi, attraverso gli accessi, all’interno del Villaggio.

Davanti al fronte principale si estende una grossa area/piazzale (come già accennato) anch’essa dotata di parcheggio, che permette la migliore visibilità del grande corpo di fabbrica anteriore, nel quale s’ergono le due torri di servizio e l’arco metallico per I’accesso principale.

Al centro del Villaggio sono conservati e valorizzati gli attuali edifici rurali, a cui ho affidato la destinazione di accoglimento ludico (nell’intenzione di non alterarne le forme), accessibili attraverso il viale alberato esistente, per il quale è prevista l’implementazione di essenze arboree analoghe alle esistenti (cipressi).

Nello spirito stesso del ‘Villaggio Globale”, credo qui interpretato in maniera assolutamente prescindibile dalle distorsioni storiche e di metodo prodotte negli ultimi cinquant’anni, l’area raccoglie e organizza una serie di sotto-insiemi, alcuni dei quali sono ulteriormente oggetto di scorporo in altri sotto-insiemi.

I mc totali previsti per l’intervento sono pari a 200.256,34. L’occupazione del suolo è pari all’indice di 0,029, appena inferiore all’indice 0,03 prefisso quale massimale.

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