Elodia Rossi

N. 2 – CITYMOTOR

Una delle sfide del progetto CityMotorVallelungaOutlet è stato quello di inserire un Villaggio Globale della Motoristica in un ambiente naturale rurale, caratterizzato da elementi di evidente spontaneità.

Fin dal principio e in coerenza con la mia posizione riguardo la salvaguardia ambientale, ho deciso di non alterare la naturalezza dell’ambiente e integrare gli elementi progettuali in maniera il più possibile coerente con le preesistenze. Molto interessante, a tal proposito, mi è sembrato il viale alberato con cipressi che, partendo dalla strada posta longitudinalmente al lato principale del lotto (ricordo, di 27 ha), si allunga verso il centro. Proprio qui, centralmente all’area, è presente un gruppo di volumi rurali piuttosto interessante. A questi volumi ho affidato il compito di partecipare, insieme alle preesistenze arboree, alla conservazione della memoria storica del luogo.

Dai punti di vista urbanistico e architettonico, l’idea generale è stata quella di realizzare un complesso coordinato e finalizzato all’accoglimento di una serie di funzioni per la motoristica, non in competizione con l’autodromo ma a sostegno di esso. In altri termini, ho cercato di urbanizzare l’area mirando alla creazione di una micro-città delle automobili.

Ho pensato alla micro-città dell’automobile come a un ambiente autosufficiente, dove la conduzione ordinaria (e, per alcuni versi, straordinaria) della vita potesse essere fluida e soddisfacente.

Voglio introdurre, fin d’ora, la planimetria generale dell’intervento progettuale (ovviamente a scala ridottissima e di adattamento). Così mi sarà più facile raccontare le scelte e, per chi vorrà leggere, capirle.

È facile scorgere, a destra della planimetria, l’area dell’Autodromo. Ed è facile collocare visivamente la posizione dell’area assoggettata all’intervento. La sua forma è pressoché triangolare. Il fronte è delineato da un’arteria di collegamento abbastanza importante, il lato destro è delineato da un’arteria di collegamento vicinale. Il lato sinistro segue l’andamento di un lieve incavo longitudinale (per lunghi tratti perfino inesistente) che agli atti del PTPR è sorprendentemente considerato corso d’acqua. Ragion per cui si sono aperte non poche problematiche che hanno portato il Presidente della Copy e me a discussioni con soggetti preposti al vincolo, nel tentativo di determinare una presa di coscienza e superarne le limitazioni. Ma siamo in un Paese dove la macchina burocratica è lenta e, mi sia concessa la polemica, forse i piani programmatici si fanno su carta. Così, benché indispettiti e delusi, abbiamo scelto di arretrare l’intervento per evitare disastrose perdite di tempo.

Dunque e in sintesi, all’interno di questa oasi (o micro-città, o Villaggio Globale) ho introdotto:

  • un’area (ai lati del viale alberato d’ingresso) destinata alla rivendita di auto e moto;
  • un’area (lato destro dall’ingresso – primi corpi) destinata attività commerciali di varia natura,
  • un’area di competenza del Villaggio (lato destro dell’ingresso – corpi successivi), destinata ad accoglienza temporanea, esclusivamente a servizio delle funzioni interne;
  • un teatro/auditorium con attività correlate e annesse (ricezione, camerini, ristoro e servizi esclusivi);
  • due corpi di fabbrica imponenti e destinati a funzioni di varia natura, posti ai lati dell’ingresso. Questi corpi terminano, diametralmente all’ingresso, con due torri per servizi.
  • locali per esposizione permanente e temporanea (posti nelle torri inserite nei corpi d’ingresso);
  • locali per convegnistica (inseriti nei laterali dei corpi d’ingresso);
  • locali per ristoro di vario livello e dimensione (accoglienza nei corpi esistenti e da riqualificare, ristorazione nelle torri d’ingresso, bar/ristoro nell’area commerciale);
  • aree a parco e piste motoristiche di diversa tipologia, utili sia alle attività di rivendita, sia e principalmente all’esercizio di sport;
  • grandi spazi per parcheggi, anche con specifica destinazione (bus, camper, raduni di auto e moto d’epoca);
  • percorsi pedonali dedicati.

Questa carrellata è stata necessaria per accennare alla portata e alle finalità del progetto. Negli articoli successivi cercherò di descrivere sia il percorso pianificatorio/progettuale (introducendo anche fattori metrico/dimensionali), sia ogni elemento architettonico introdotto.

Mi concedo un brevissimo cenno riguardante i maestosi corpi d’ingresso. Le due torri terminali sono pensate e disegnate evocando i fari di una vettura. La scelta della vettura di riferimento non è stata poi così difficile: chiunque qui in Italia avrebbe immaginato la Ferrari. Naturalmente, anch’io. Il rosso dei corpi ne afferma l’evocazione. Ma ci ritornerò su’.

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