Eloda Rossi blog

Denaro, Professione e Idee

2 miliardi di dollari per la realizzazione del nuovo Stadio Olimpico di Tokio, firmato da Zaha Hadid, per le Olimpiadi del 2020. 1,2 miliardi previsti e costi lievitati, tanto che Tokio sembra arrendersi, tra l’altro dopo l’accesa discussione nata nella comunità dei grandi architetti giapponesi anche riguardo i temi del rispetto ambientale.

Non è tra le opere che più mi piacciono della Hadid, ma le va riconosciuta la magistrale articolazione e un elevato grado di adattamento spaziale al tessuto urbano.

1,9 miliardi di dollari per The Shard, la piramide di cristallo di Southwark a Londra (ex London Bridge Tower), con la firma italiana di Renzo Piano. Di 306 metri e con 95 piani, è il grattacielo più alto dell’Europa occidentale. Nata come torre prevalentemente residenziale e aziendale, tuttavia dotata di spazi per servizi (ristorante, luoghi panoramici da cui si può osservare l’intera città, eccetera), oggi è ancora parzialmente vuota, soprattutto nelle aree destinate a uffici e residenze di lusso. D’altro canto, gli elevati prezzi fanno i conti con un momento storico non certamente favorevole.

A me piace moltissimo. È forse il lavoro di Piano che mi convince di più, anche se lo trovo non esattamente combaciante con le caratterizzazioni formali dell’operato progettuale dell’autore. Mi sorprendono le polemiche sul presunto eccessivo egocentrismo dell’edificio, come se la cifra di 1,9 miliardi di dollari dovesse destinarsi a un’opera semplicemente “carina”.

2,1 miliardi di dollari per il Royal Adelaide Hospital, edificato ad Adelaide in Australia. Progettato dallo studio DNA (Design Network Australia), a mio parere risulta un’opera ospedaliera dall’atteggiamento disordinato e non formalmente caratterizzato.

Senza nulla togliere alla capacità funzionale dell’edificio (di cui non conosco la portata), il risultato percettivo non compensa le aspettative (a mio parere, naturalmente), soprattutto se relazionate all’impegno economico, senza peraltro contare le chiassose scelte illuminanti per gli esterni.

3,9 miliardi di dollari per il One World Trade Center (o Freedom Tower) di New York. La Torre è nata in prossimità del luogo che ospitava le sfortunate Twin Towers ed è il quinto edificio più alto al mondo.

L’opera progettuale è di David Childs (studio Som), sebbene un primo progetto si debba a Libeskind (il medesimo grande artista dell’architettura che ha firmato le vicine e suggestive vasche della memoria, poste esattamente dove s’ergevano le Torri Gemelle).

Ho visitato questo sito sia durante i primi lavori che dopo il suo compimento. Posso dire con certezza che si tratta di un monumento bellissimo, la cui elegante forma a piramide falsata trasmette emozioni di diversa natura: dalla riconquista del cielo alla quiete del ricordo. È l’architettura che non dimentica.

Potrei andare avanti e illustrare brevemente numerosissimi altri edifici – belli e meno belli – che hanno richiesto impegni economici stratosferici. Senza alcuna intenzione di polemizzare e nel più assoluto rispetto dei Maestri dell’architettura, ho però un quesito da porre: noi architetti meno noti, poco noti e perfino ignoti, avremmo potuto offrire risultati altrettanto soddisfacenti? Non lo sapremo mai o, perlomeno, non potremo affermarlo fin quando non avremo un paio di miliardi di dollari da gestire.

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