Elodia Rossi

L’incubo del lamellare

Per sintesi ho titolato questo articolo L’incubo del lamellare, ma un titolo più corretto e coerente sarebbe L’incubo di come generalmente viene usato il legno lamellare in Italia.

Chiarisco. Il legno lamellare, materiale di nuova generazione, è un prodotto composito che viene realizzato attraverso l’incollaggio a pressione di tavolati lignei, dopo averli sottoposti a processi tecnologici che ne migliorano alcune qualità, come il rapporto tra resistenza meccanica/peso e la resistenza al fuoco. Però, al contrario di affermazioni che trovo errate, le qualità estetiche del materiale puro vengono alterate. I processi di invecchiamento, che donano al legno un fascino particolare, per il lamellare non producono i medesimi risultati, né l’aspetto estetico iniziale può paragonarsi in tutto a quello del materiale d’origine.

Ciò non significa che il lamellare non possa (o debba) avere uno spazio di riguardo nel panorama odierno dell’edilizia e dell’ingegneria. Anzi. Ma ciò che fa la differenza è proprio il modo con cui viene impiegato. Per le caratteristiche proprie di contemporaneità, il lamellare dovrebbe essere utilizzato in ambienti innovativi e con tecniche estetiche altrettanto innovative. Purtroppo, come spesso capita per gli usi impropri di altri materiali di nuova generazione, soprattutto in Italia, l’utilizzo del lamellare viene relegato alla creazione di capriate e sovrastanti coperture, più o meno articolate, in mera sostituzione delle travi lignee. O anche alla creazione di portici e porticati massicci e grossolani, con travi fuoruscenti  di sproporzionata sezione: inqualificabile ostentazione priva di idea formale ragionata. E ciò accade in ogni dove, perfino in ambienti vallivi o in quei rari luoghi ancora caratterizzati da architetture consapevoli, iniziandone così la devastazione. Si persevera nell’inquietante ambito della finzione. E piace talmente fingere che, come un virus dilagante, l’uso scorretto del lamellare si propaga senza tregua, definendo scenari ambientali di cattivo gusto e interni aberranti.

Ovviamente e proprio per via della simulazione, il risultato è perlomeno mediocre. Basti – ad esempio – confrontare una copertura con capriate naturali e una, analoga, con lamellare. L’evidenza è disarmante.

Invece, in altri luoghi del mondo, il lamellare sta riscuotendo il giusto successo attraverso utilizzi d’avanguardia e idee architettoniche vincenti. Personalmente, ho avuto modo di vedere a New York (e non solo) impieghi entusiasmanti: come per i casi di coperture ricurve di grande impatto estetico. D’altro canto una delle caratteristiche di questo materiale è la straordinaria possibilità di sagomatura. A titolo esemplificativo, l’involucro dell’ambiente australiano che si trova sul sito http://www.buildingecosystems.com non è forse affascinante e innovativo?

Poi, senza arrivare all’esame dello splendido progetto di uno stadio totalmente ligneo, opera di Zaha Hadid, dove il lamellare esplode nelle sue vere qualità e, date le forme architettoniche, anche nella sua esuberante essenza estetica, basterebbe dare uno sguardo ad altre felici applicazioni (e ce ne sono davvero molte) di grande ispirazione per l’architettura abitativa. È il caso, tra gli altri, del Live Oak Bank Headquarters in Wilmington, quartiere progettato dallo studio LS3P Associates, dove legno naturale e lamellare si uniscono per dar vita a unità abitative esteticamente caratterizzate da un interessante effetto cadenzato, rafforzato dalle ampie vetrate.

Impieghiamo quindi il lamellare nelle corrette modalità, evitando grossolane imitazioni e studiandone le potenzialità e la versatilità, anche ricercando forme innovative, così da perseguire veri risultati architettonici adeguati alla contemporaneità.

N. 5 – Il Progetto di una Chiesa

Senza girarci troppo intorno, data la contrazione espressiva che richiede un articolo, tramite qualche render vi mostro il risultato formale delle attività progettuali architettoniche relative alla Chiesa.

Ogni approfondimento, come più volte detto, sarà riportato nell’ebook.

Chiesa: vista frontale diurna

 

Chiesa: vista frontale notturna

 

Le due immagini del fronte, l’una diurna e l’altra notturna, mostrano la responsabilità che possiede il gioco illuminante all’interno di questo progetto. Ma si tratta di una Chiesa e, per sua funzione, il rapporto con la luce assume sostanziale importanza.

Le fessurazioni finestrate (con costante larghezza pari a cm 28 circa, e a differenti notevoli altezze: da cm 700 a cm 1100 circa per l’Aula Liturgica principale), oltre a contribuire alla restituzione della segmentazione delle forme singole a Sukkà (richiamandone l’evocazione), definiscono rapporti di luce tra interno ed esterno dell’edificio. Concetto che vale anche per le fessurazioni orizzontali, poste a segmentare la copertura dell’edificio.

Chiesa: vista interna Aula Liturgica

Questa nuova renderizzazione mostra l’interno dell’Aula Liturgica e la logica scelta per l’illuminazione. Sostanzialmente, abbiamo adottato tre tipologie di corpi illuminanti:

  1. quelli a terra e incassati nella pavimentazione, con proiezione dal basso, e posti in corrispondenza delle fessurazioni finestrate,
  2. quelli a sospensione, che utilizzano le assi della travatura reticolare per il passaggio dei cavi e la distribuzione all’interno dell’Aula,
  3. quelli a faretto direzionale, nascosti all’occhio del fruitore e destinati all’illuminazione puntuale e suggestiva dei Poli Liturgici: Altare, Ambone, Fonte Battesimale, Sede del Celebrante, oltre che Tabernacolo (questo posizionato all’interno della Cappella Feriale, come da norme CEI).

Il gioco degli incroci di fasci di luce è stato possibile attraverso l’impiego di faretti multipli. Un particolare magnetismo percettivo è affidato al Crocifisso marmoreo e monocromatico posizionato in fondo al Presbiterio. Qui abbiamo scelto di utilizzare luce artificiale proveniente dal basso, luce naturale proveniente dai lati e dall’alto, quest’ultima anche incanalata nel parallelepipedo generato dall’impennata dei setti della Chiesa, laddove raggiunge la sua massima altezza.

Chiesa: vista d’insieme dal retro

L’immagine renderizzata del retro della Chiesa mostra la posizione, tra l’altro, del corpo della Cappella Feriale e di quello del Luogo per le Confessioni. Il confronto tra questa immagine e l’analoga precedentemente riportata nell’articolo “Un Progetto: la Forma”, suggerisce quali miglioramenti siano intervenuti nel corso della fase di perfezionamento formale.

Propongo una riflessione sul tema del rapporto tra scelte formali e materiali. Già precedentemente ne ho parlato, chiarendo le motivazione dell’impiego del calcestruzzo armato, con additivi coloranti per una restituzione tendente al bianco.

Ma anche l’impiego della travatura, quale elemento strutturale, trova una relazione esplicita con aspetti funzionali (l’uso dei cavi perla distribuzione dei corpi illuminanti) e, ovviamente, formali.

E cosa dire della sagomatura laterale dei pannelli di copertura per la raccolta delle acque meteoriche?

Tanti possono essere gli esempi e altrettante le relazioni.

Insomma: forma e funzione, struttura e materiali, sono rapporti che generano un’interfaccia continua con i valori dell’estetica.

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