Elodia Rossi

Ludovica e le filastrocche

Ho già presentato Ludovica con un precedente articolo (https://www.elodiarossi.it/ludovica/).

E l’ho fatto anche per annunciare la serata che l’ha vista protagonista: 20 aprile 2018, libreria Mondadori Bookstore di Monterotondo, dove si è parlato del suo libro di filastrocche dal titolo RimaSi, edito da Arbor SapientiaE.

Come potrei tacere adesso, qualche giorno più tardi, avendo avuto l’onore e il piacere di sedere al fianco di questo giovane talento e presentare con lei la sua opera.

Già, perché di opera si tratta, non di semplice volume destinato – come tanti – a riempire gli scaffali dei rivenditori.

In quella serata, alla presenza di un pubblico attento e nutrito, è emersa la dignità di Ludovica, la sua ammirevole moderazione, il suo garbo e, soprattutto, la sua attitudine all’eccelsa arte della penna.

Bellissime filastrocche, dense di significato, pregne di musicalità, senza alcuna presunzione d’imposizione di idee e di morale ma votate a indurre riflessione. Qui – a differenza di molti altri autori – scorgo un elemento di enorme privilegio.

È proprio quest’ultimo concetto che ho sottoposto al mio ragionamento, lungo i giorni trascorsi dalla data dell’evento ad oggi, prima di scrivere ancora.

Ludovica è abilmente moderata, cortese, garbata sia nell’espressività personale che in quella artistica. Tanto da rendere soavi le letture dei suoi brani ritmati.

Ludovica è profonda nei concetti e nelle ispirazioni e, lontana da ogni scorretta imposizione verbale, affronta perfino temi delicati dell’attualità, filtrandoli con l’abilità della traduzione in un linguaggio artistico apparentemente destinato ai soli piccini, ma invero attento alle aspirazioni degli adulti.

Storie in rima – come anche la terza di copertina annuncia – che i bambini possono raccontare ai grandi. Ed è così.

Segue una nobile Prefazione, a firma di Franco Recanatesi, poi una delicata premessa della stessa autrice e, prima della narrazione vera e propria (accompagnata dalla convincente rappresentazione grafica di Sebastiano Onano), una significativa ed emozionante frase anonima viene espressa su foglio bianco:

Nasciamo con i pugni chiusi per tenere stretta, in mano, la nostra vita.

Una giovane ragazza dunque, bella ed educata, che affronta magistralmente tematiche come l’evoluzione dei dialetti, i danni ambientali, le espressività sentimentali, le tragedie umane e tanto altro ancora. E – lo ripeto – al di là della necessaria gioiosità che richiede tale tipo di narrazione in rima, si legge una profondità d’animo che è patrimonio dei soli individui sensibili.

RimaSi è un testo che dovrebbe essere adottato nelle scuole, dovrebbe essere letto in pubblico, dovrebbe essere motivo di attenta e sensibile riflessione sulla vita.

Ludovica cara, ti auguro col cuore che tutto questo avvenga nel migliore dei modi. Ma già – lasciamelo dire – sta avvenendo.

E permettimi, qui in ultimo, di trasferire uno stralcio della tua dedica riportata nel libro. Lo sai che ci tengo particolarmente.

…Un grazie, grande così,

ai miei genitori che, con amore,

hanno cullato questo sogno,

fino a trasformarlo in realtà.

LUDOVICA

Roma, fine ottobre 1993. Ero piazzata sull’uscio di casa, mentre il mio grande amico Carlo D’Erasmo saliva le scale e, sprizzando felicità, mi annunciava: sta per nascere, manca poco.

Beh, risposi scherzando, vedrai che nasce il 4 di novembre. È il tuo onomastico e anche il mio compleanno. Porta bene.

Sembrava un gioco e invece, già allora, Ludovica ci sorprese e nacque esattamente il 4 novembre.

Una bella bambina, diventata presto una bella ragazza e, oggi, un’affascinante signorina (eccola in una foto recentissima). Cresciuta in una famiglia deliziosa, con la mamma Angela e il papà Carlo dai caratteri positivi e ottimisti, Ludovica è sempre sorridente, felice di vivere, solare e talentuosa.

Tra le tante sorprese che hanno inorgoglito i suoi genitori (e anche me), la più recente è davvero straordinaria. Forse per divertimento, da un po’ di tempo Ludovica ha iniziato a scrivere filastrocche, dimostrando immediatamente un’attitudine straordinaria e decisamente singolare. Già, perché non è consuetudine dimostrare abilità nello scrivere versi – visto che di versi si tratta – di questo genere. È un dono, io credo, e non basta avere una buona penna. C’è bisogno di quel “di più” in cui è raro incappare.

E infatti, mentre oggi la poesia ha smarrito la metrica – a mio parere (apparentemente) facilitando l’attività dei poeti e, di contro, rendendo più complessa l’individuazione del vero artista – la filastrocca richiama alcuni canoni metrici del passato poetico per mescolarli a una necessaria dose di spensierata fantasia, imponendo così qualità artistiche molto rare. Non è un caso che il mondo è pieno di scrittori e di aspiranti tali, infinitamente meno di autori di filastrocche.

Brava la nostra Ludovica. I tuoi genitori e io siamo fieri di te.

E orgogliosamente ci piace dire che anche il mondo letterario si è accorto del tuo talento e ti sta premiando.

Permettimi di invitare alla tua serata (in locandina) tutti quelli che leggeranno questo mio breve articolo, lasciando a chi vorrà partecipare una dose di mistero che ora non intendo svelare. Perché parlerò ancora di te, in un prossimo articolo più denso, dopo l’evento.

Avrai capito, dunque, che ci sarò alla serata di venerdì prossimo, felice di averti vista crescere così bene.

 

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